Perché durante l’emergenza Coronavirus è fondamentale fare SEO?

L’emergenza Coronavirus ha messo in ginocchio l’economia mondiale. Anche in Italia ci ritroviamo a fare i conti con le conseguenze della pandemia. Sono tante, infatti, le aziende che hanno dovuto bloccare le rispettive produzioni e sospendere le vendite.

La priorità resta ovviamente riorganizzare il lavoro, capire come riaprire le aziende in sicurezza, trovare le modalità per garantire lo stipendio a fornitori e dipendenti, consegnare i prodotti in tempo.

Eppure un aspetto da non sottovalutare è l’utilizzo della SEO e di strategie marketing in modo da sostenere le aziende e rendere visibili i prodotti ai clienti. Chi commercia prodotti essenziali come di genere alimentare o medico, non ha subito l’effetto della crisi. Ma cosa è successo a chi invece ha dovuto fermare il processo produttivo?

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Perché la SEO è fondamentale anche durante l’emergenza Coronavirus?

Il blog di Google Webmasters ha pubblicato un articolo di John Mueller per spiegare “come mettere in pausa un’attività online nella Ricerca Google“, per evitare di chiudere definitivamente il sito e perdere tutti i risultati finora ottenuti. L’avanzare del Coronavirus ha portato al blocco totale di molte aziende, oscurando anche i rispettivi siti web. Ma questa scelta, sostiene Mueller, è assolutamente sconsigliata.

Disabilitare il proprio sito è un grave errore. Sulla ricerca in rete, infatti, vi saranno una serie di effetti negativi:

  • i clienti non saranno aggiornati riguardo a cosa sta succedendo all’attività;
  • gli utenti non potranno trovare informazioni riguardo ai prodotti e servizi offerti;
  • il knowledge panel potrebbe perdere le informazioni acquisite nel tempo;
  • non avremo più accesso ai dati acquisiti (es. Search Console, Analytics);
  • recuperare posizioni e traffico sarà molto più difficile rispetto a prima.

In particolare, per gli e-Commerce che non possono proseguire le rispettive attività, è consigliato contrassegnare i prodotti sul proprio portale come esauriti o limitare la possibilità di effettuare la transazione, magari consentendo al cliente di aggiungere l’articolo alla lista dei desideri, per poterlo acquistare in un secondo momento. In questo modo le persone potranno ancora trovare informazioni riguardo alle caratteristiche e ai prezzi dei nostri prodotti, oltre che leggere le recensioni degli altri utenti.

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Cosa è consigliato fare per chi intende disattivare il proprio sito

Per chi non fosse proprio possibile continuare la programmazione sul proprio sito e decidesse di disattivarlo durante l’emergenza Coronavirus, Google fornisce qualche piccolo suggerimento per cercare di limitare i danni a livello di SEO. I suggerimenti sono suddivisi in base all’arco temporale per il quale si pensa di disattivare il proprio sito:

  • se si ha bisogno di disattivare urgentemente il sito per 1 o 2 giorni, si dovrebbe restituire una pagina di errore HTTP 503, invece di tutti i contenuti;
  • per chi deve disattivare il sito per un periodo di tempo più lungo, sarebbe ideale fornire come risultato una home page indicizzabile con codice di stato HTTP 200, a cui fare redirect 302 temporanei, per mantenere frizzato il posizionamento acquisito;
  • se si ha bisogno di rimuovere rapidamente tutto il sito dalla ricerca, invece, è possibile bloccare temporaneamente le URL nella Google Search Console (attenzione: questa interruzione ha una durata di circa 6 mesi).

Disattivare il sito, comunque, resta una soluzione altamente sconsigliabile. Questo potrebbe portare problemi per la ripresa delle attività.

Pasquale Giacometti