10 + 2 domande su Vivere Senigallia: intervista a Michele Pinto

Oggi sul blog di Tetogo ho lanciato il primo numero di “10 + 2 domande su …“, per raccontare cosa succede nel backstage del giornalismo digitale e cosa si nasconde dietro il successo di un progetto editoriale.

Il protagonista della prima intervista è Michele Pinto, direttore di Vivere Senigallia e del network Vivere, che da oltre 20 anni opera nel settore “scontrandosi” con i giganti dell’editoriale.

Vi invito a leggere bene le risposte di Michele, in quanto offre diversi spunti di approfondimento per la gestione di un progetto editoriale a carattere locale e dei canali migliori per raggiungere gli utenti, molti dei quali spesso li sottovalutiamo.

Parlami un po’ del tuo progetto editoriale.…

Vivere Senigallia è nata nel 2003 più per gioco ed ingenuità che per un progetto studiato a tavolino. Il pubblico ha subito apprezzato la novità e la passione per la nostra città con cui abbiamo sempre scritto gli articoli.
Oggi abbiamo un network di quotidiani sparso in tutta Italia e cerchiamo affiliati insieme ai quali crescere e con i quali condividere tutte le innovazioni e le peculiarità che caratterizzano il nostro modo di fare giornalismo.

Quanto è importante la vendita di redazionali per il vostro fatturato annuale?

Un redazionale è uno strumento formidabile per i nostri clienti di far conoscere i loro prodotti. Spesso sono proprio gli articoli redazionali a trainare la vendita di banner o di altri servizi pubblicitari.
Onestamente non so definire una percentuale perché la maggior parte dei nostri clienti acquista insieme più prodotti ad un prezzo concordato.

Qual è la qualità media dei testi che ricevete dagli inserzionisti?

Riceviamo articoli di altissima qualità come cose scritte davvero male, a volte anche pezzi tradotti con un traduttore automatico e non rivisti. Capita spesso che alcuni redazionali vengano rifiutati. Questo ha portato la media della qualità degli articoli ad alzarsi.

Cosa dovrebbero avere i redazionali per adeguarsi alla vostra linea editoriale? Oppure cosa odiate nei testi…

C’è una sola caratteristica che vorrei negli articoli e che solo raramente riesco ad ottenere: che gli articoli parlino della città che da il nome al giornale.

Cosa pensi del link building e del content marketing?

Sono strumenti commerciali molto innovativi ed efficaci. Credo che ogni azienda debba almeno testarli.

Quali sono i canali che vi garantiscono maggiori entrate annualmente?

I nostri clienti diretti, quelli che ogni mattina leggono il nostro giornale e con cui si prende un caffè insieme mentre si firma il contratto. Anzi, con molti di loro non c’è nemmeno bisogno di un contratto, basta la parola e una stretta di mano. I clienti locali trovano nei nostri giornali locali una vetrina molto efficace.

Qual è la fonte principale del vostro bacino di visite annuale?

Abbiamo tantissimi lettori affezionati, sono loro che fanno grandi i nostri giornali. Poi ci premia Google, i nostri canali social e soprattutto i nostri servizi di messaggistica istantanea.

Qual è il social network più importante per lo spam dei vostri articoli?

Non credo si tratti di spam, cerchiamo sempre di raggiungere persone interessate. Facebook è quello che di gran lunga porta più visite, ma per noi è più importante il broadcast su Telegram e Whatsapp che oltre a portare visite fidelizza i lettori. Whatsapp non è propriamente un social network ma mi sembrava utile citarlo in questo contesto.

Quali sono le tecniche migliori per aumentare il numero di visite giornaliere?

C’è una sola tecnica veramente efficace: fare un buon giornale avendo in mente chi sono i propri lettori.

Come sono cambiati i lettori negli ultimi anni?

Negli anni abbiamo raggiunto sempre più fasce d’età e di popolazione diverse. Oggi ci leggono anche persone anziane, che magari ricevono lo nostra newsletter ogni mattina da 20 anni. E contemporaneamente ci leggono i giovanissimi che frequentano le scuole medie e vogliono essere avvertiti via Whatsapp quando la scuola chiude per un’allerta meteo.
Credo ci leggano proprio tutti… 🙂
Essendo cresciuto il numero dei lettori credo si sia perso, rispetto a 15 anni fa, l’effetto “community” in cui i lettori del giornale distinguevano dagli altri. Ha inciso anche la diffusione dei social network che hanno monopolizzato questo aspetto.

Quali sono le notizie più lette?
Le notizie che i lettori sentono vicine a se. Quelle che fanno crescere il senso di comunità cittadina.

Quali sono le vostre previsioni per il futuro dell’editoria?

Sta finendo una stagione, quella pionieristica in cui chiunque poteva aprire un giornale online (proprio come ho fatto io 20 anni fa) e confrontarsi alla pari con i colossi dell’editoria. Oggi il giornalismo deve offrire soprattutto professionalità e onestà intellettuale. La scommessa è se i lettori sapranno riconoscere ed apprezzare gli editori più seri.

Massimiliano Riverso