Ci hanno trasformato in dei contenuti

Ci hanno trasformato in dei contenuti, e ognuno di noi deve gestire un brand, coltivarlo e farlo crescere per diventare rilevante agli occhi di una società ormai fondata su mi piace e followers.

Anche noi scribacchini moderni da ‘quattru liri’ siamo costretti a scrivere sui social per essere rilevanti e dare visibilità ai quotidiani e alle attività che gestiamo. Alcuni ci vendiamo direttamente alla massa, altri cerchiamo di raccontare in maniera imparziale e senza nessun filtro quello che ci circonda.

Eppure le storie da raccontare sono tantissime, lontano da filler, botox, six pack, mezzi selfie e famiglie del Mulino Bianco.

Sa Calobra, uno dei luoghi più popolari su Instagram

In pochi giorni fuori dalla mia città ho conosciuto ‘Neno’, uruguayo dai7 apellidositaliani, trapiantato in Galizia e con un bar a Pollensa. Neno mi ha chiesto: “Che cojones sta succedendo in Italia? Quella ‘pazza fascista bionda’ potrebbe diventare la presidente del Consiglio. Vi siete rincoglioniti. È venuta pure qui, sembrava l’alter ego di Mussolini”.

'Neno', Bar Alhambra, Pollença

Il giorno prima avevo visitato Artà e il bar di Carlo, per gli amici ‘Karl’. Personaggio a metà strada tra ‘Bianco, Rosso e Verdone” e Adriano Celentano, con 30 anni di lavoro in Germania alle spalle nel settore della ristorazione. Anche lui, come tanti paesani, ha lasciato le Madonie per tentare fortuna all’estero. Ci è riuscito e adesso si è comprato una finca con un mega orto dove produce prodotti a km zero per le cooperative, il suo ristorante e il bar che gestisce in una piazza che potrebbe essere quella di Satriano o San Giuseppe Jato. Dopo 30 anni di successi e fatiche nella fredda Germania, si gode la tranquillità di una dell’isole più belle del Mediterraneo conducendo una vita simile ai contadini degli anni ’50, ma in un contesto produttivo e non sventrato come il sud Italia.

E, infine, c’è questa immagine, un must per chi come me è nato in un paese minuscolo del sud. La gente in strada, seduta sulle ‘sedie comfort’ dei venditori ambulanti a parlare del più e del meno, a chiedersi cosa fanno nella vita i passanti e come sono vestite le nuove generazioni, senza aver bisogno di un gruppo facebook o di una chat su Whatsapp.