Un fucile, una Panda e un pomeriggio di sanguinosa follia
Un fucile, una Panda e un pomeriggio di sanguinosa follia. Lo scenario di una mattanza all’apparenza psicotica è il Vibonese, il protagonista è un giovane che, per motivi al momento oscuri, si è reso protagonista di una vera e proprio mattanza.
Dalla frazione anonima di Caroni alla splendida Nicotera, passando per il cuore pulsante di Limbadi. Un auto crivellata di colpi, una sparatoria da far west all’interno di un tipico bar calabrese e due esecuzioni brutali consumate in maniera fredda a domicilio.
Sembra paradossale, ma la cronologia dei fatti e il modus operandi del killer sembrano ripercorrere, passo dopo passo, le orme di una missione speciale di GTA5.
Sarà compito degli inquirenti portare alla luce il movente della mattanza e analizzare le dinamiche che hanno spinto F.O. a compiere in pochi minuti una successione di gesti così atroci. È compito nostro, mi riferisco ai media, analizzare il contesto di questo angolo maledetto della nostra Regione, una delle tante aree in cui domina il monopolio dei clan e il menefreghismo del binomio Stato-Regioni.
Negli ultimi 30 anni tutto è rimasto invariato e anche noi siamo rimasti gli stessi. Chi ha fatto la valigie ha avuto la fortuna di non soccombere alla morsa del ‘decadentismo calabrese’, chi invece è rimasto non ha avuto la forza di cambiare lo status quo imposto da coloro che continuano imperterriti ad interpretare ruoli feudali. Chi ha sorvolato il Pollino ha avuto la possibilità di conoscere un mondo diverso, ‘sporco’ come il nostro in molti aspetti, ma libero dall’incudine della ‘ndrangheta e dalla complicità di coloro che siedono nella ‘stanza dei bottoni’. Infine, chi ha avuto la possibilità di visitare gli altri angoli sperduti del mondo, continua ad incaz.arsi per il potenziale non sfruttato della terra madre.
I grandi cambiamenti, come la storia ci insegna, partono sempre dal basso e sono motivati da un’insoddisfazione crescente per l’habitat che ci circonda. Continuare ad osservare inermi il fluire delle cose è da masochisti, in quanto il rischio è quello di trasformare la Calabria in una regione fantasma e portare a compimento il piano distruttivo già scritto dagli ‘innominabili’.