Tutti odiano Donald Trump: le 5 balle del Presidente

La campagna mediatica contro Donald Trump sfiora lo stalkerismo. Ai limiti dello “sbeffeggiare” il nuovo Presidente degli Stati Uniti, dal Washington Post al PolitiFact ci si è sbizzarriti con l’operazione “fact checking” tramite cui si prendono in considerazione le mimiche facciali dell’uomo più potente del mondo in modo tale da risalire alla veridicità o meno delle sue affermazioni. Ebbene, partendo solo dal suo insediamento ufficiale presso la Casa Bianca, lo scorso 20 gennaio, si è arrivati a contare già ben 163 affermazioni non vere espresse dal tycoon americano. Alcune di queste, già espresse in campagna elettorale, sono leggenda.

Io ho visto crollare il World Trade Center. E ho visto a Jersey City migliaia e migliaia di persone festeggiare le torri che crollavano”. Purtroppo di quel nefasto giorno esistono migliaia di video amatoriali che riprendono ogni angolo del tragico luogo: nessuno di questi ha mai rilevato gli avvenimenti gridato al vento da Donald Trump. Che, di tutta risposta, ha ribadito di rammentare perfettamente quanto detto.

I bianchi uccisi dai bianchi rappresentano il 16 per cento dei delitti. I neri uccisi dalla polizia, l’1 per cento. I bianchi uccisi dalla polizia, il 3 per cento. I bianchi uccisi dai neri, l’81 per cento“. Peccato si tratti di statistiche inesistenti presso alcun documento ufficiale della Polizia americana. Ennesimo tentativo di “recintare” l’America dall’immigrazione? Egli, così rispose: “dovrò mica controllare ogni statistica prima di un tweet? ed ancora, “ci possono essere state affermazioni controverse, ma alle fine non lo sono più quando la gente comincia a dire “sai, Trump ha proprio ragione”.

“Ho sentito che Obama è pronto a fare entrare nel Paese 200 mila rifugiati siriani”, dichiarò il Presidente degli Stati Unidi d’America. Senza accertarsi dell’esistenza di un documento ufficiale in cui l’ex n.1 degli Usa metteva per iscritto come in realtà il numero ammontasse a circa 10 mila.

“Il governo messicano ha un piano per far emigrare i criminali negli Usa”. E qui siamo ad uno dei tasti dolenti e che hanno reso Trump più “impopolare”: il “muro” fra Stati Uniti e Messico. Il tentativo di denigrare il popolo confinante attraverso dati statistici fittizi fu palese. Sempre attraverso twitter, il mezzo di comunicazione preferito dal caro Donald.

“Le politiche fiscali pongono gli Stati Uniti in testa ai Paesi dove si pagano più tasse”. Ultima affermazione, certo non per importanza, di facile smentita. Analisi ad ampio raggio e ripetute nel tempo dimostrano come Washington compaia nella parte più bassa di questa particolare graduatoria.