Medici in Calabria, quando la salute diventa una slot machine

Calabria e medici, un’assurda vicenda di ordinaria follia per la sanità italiana e che più in generale ha spesso coinvolto l’intero sistema dei dipendenti statali del Belpaese. Il fenomeno del badge a lavoro e dell’immediata uscita dalla sede d’ufficio per sbrigare le proprie commissioni conosce oggi una nuova, incredibile puntata: il gioco alle slot machines negli orari lavorativi.

E’ quanto accaduto a Rogliano, nella provincia di Cosenza. Ben 18 medici e dipendenti degli uffici dell’azienda sanitaria provinciale, 4 sospensioni e 14 obblighi di presentazione emesse dai Carabinieri nell’ambito dell’operazione anti-assenteismo. Non solo gioco alle macchinette, anche spesa, passeggiate per il centro, consegna e ritiro dei bimbi a scuola e chi più ne ha più ne metta, compreso l’ovvio caffè al bar.

L’indagine svela retroscena inquietanti, con qualcuno adibito a strisciare il cartellino di entrata per tutti gli altri colleghi e medici, a turno ed ogni giorno. C’era chi tornava comodamente a casa, o ancora, chi svolgeva quelle che dovevano essere le ore di servizio presso l’azienda, invece nell’ufficio privato.

E’ stato il gip del Tribunale di Cosenza, Giuseppe Greco ad emettere tutti i provvedimenti presi nei confronti dei medici, su richiesta del sostituto procuratore di Cosenza, titolare del fascicolo Giuseppe Cava, del Procuratore Mario Spagnuolo e dell’Aggiunto, Marisa Manzini. Un vergognoso andazzo segnalato in forma anonima con segnalazioni ripetute probabilmente dagli stessi colleghi degli assenteisti cronici.

Questo è un fenomeno che spessissimo è stato sollevato con evidenza da telecamere nascoste e segnalazioni private, sia in ambienti statali che sanitari, con sentimenti giustificabili di rabbia e sgomento non solo nei confronti di chi un lavoro non ce l’ha, ma soprattutto perché a “stipendiare” i suddetti sono i poveri contribuenti.

Le sanzioni nei confronti degli indagati rischiano di essere pesanti, fino alla perdita del posto di lavoro, sebbene questo sia stato poco frequentato dai cari medici. Una giustizia che deve necessariamente avere la mano pesante su casi del genere, così da debellare una pratica tutta italiana e che non accenna negli anni a diminuire.