L’ascesa di Salvini (e della destra in Italia) è uno degli aspetti più raccapriccianti di questa tornata elettorale, che ha visto gli italiani mettere la parola fine alla seconda repubblica. L’azzeramento del centrosinistra, completato con successo dall’auto-rottamatore Renzi, e l’ultimo canto del cigno della corrente centrista legata a B., sono gli ultimi strascichi di una fase politica che ha ridotto l’Italia ad una macchietta a livello internazionale.

Il testimone è passato nelle mani di Salvini e del Movimento 5 Stelle, due partiti che hanno saputo integrare con successo i nuovi mezzi di comunicazione digitale e la presenza assidua sul campo. La versione 2.0 della Lega è stata trascinata dal tormentone “prima gli italiani” e dal dilagare della “caccia al negro tra quella frangia della popolazione che solo qualche tempo fa spalava merda su noi ‘terroni’.

È preoccupante constatare il successo da Nord a Sud di un partito senza un programma e con due cavalli di battaglia per aizzare le masse ignoranti di facebook.

Mi sono rotto i coglioni“, – perdonami Sgarbi per la citazione -, “a leggere post che enfatizzano sulla scarsa voglia di lavorare dei ‘terroni’ e sul plebiscito a ‘cinque stelle’ scaturito solo e esclusivamente da uno dei punti presenti nel programma del Movimento“.

A chi getta fango sul Sud, lo inviterei per due anni ad una residenza fissa a Ballarò, al quartiere Fontana di Catanzaro, alle vele di Scampia o nei borghi sperduti della Basilicata, etc..

Salvini potrebbe chiedere delucidazioni ad alcuni degli ex colleghi della Lega, come si vive al sud. Ad esempio Belsito, che conosce bene la realtà calabrese, potrebbe spiegare come le ‘ndrine hanno fatto terra bruciata intorno ai luoghi dove hanno preso il potere e come si sono riciclate e diramate al nord. Ad esempio il terrone di seconda generazione che vota Lega potrebbe spiegare al politico in canottiera, perché i suoi genitori hanno dovuto abbandonare la loro terra e insediarsi nel grigiore delle periferie milanesi o nel Varesotto per far prosperare l’imprenditore ‘lumbard’ di turno.

Lo Stato, da decenni, si è completamente dimenticato del Sud. La tecnica del “contentino random per gente disperata” è servita per placare il malcontento generale e far eleggere politici di scarso livello amministrativo, che hanno fatto del clientelismo e del nepotismo il loro marchio di fabbrica.

Qualcuno di voi ricorda un provvedimento, una manovra, un decreto per lo sviluppo dell’economia al Sud? “Zero patatero“, come si dice in Spagna.

Vorremmo essere come i lombardi, lavorare 12 ore al giorno e incazzarci ai semafori e all’entrata della metro tutte le mattine, ma purtroppo ci hanno raso al suolo sia i governi che si sono alternati negli ultimi decenni, sia la malavita organizzata. L’emblema palese di questo connubio è il voto nelle aree calde della Calabria, che ha visto trionfare il centrodestra. Posso capire l’entourage delle ‘ndrine, ma la gente comune del sud che vota Lega insulta la dignità di un popolo che, è bene rimarcarlo, si è fatta il culo per rendere grande la Padania.

Il Movimento 5 Stelle ha dato finalmente voce a tutta la popolazione del Sud, inglobando tutti i ceti sociali, stanchi di una politica economica che li ha ridotti alla miseria. Hanno cercato in tutti i modi di screditarlo, ma al momento è l’unico partito dotato di una struttura, di un’organizzazione, di proposte per un cambiamento radicale. Definirli ‘populisti’ è da idioti, in quanto il populismo sta proprio nei luoghi comuni ideati da centrodestra e centrosinistra per etichettare il Movimento e i suoi sostenitori.

Non sono un ‘grillino’, su molti aspetti sono in totale disaccordo, ma sono felice che finalmente qualcuno abbia risvegliato dal torpore la mia gente, o meglio quei pochi temerari rimasti che non hanno avuto la forza di emigrare per dare una svolta alla loro vita.

Massimiliano R.